In provincia di Cremona preziose testimonianze della tecnologia antica
Visitare Soncino e scoprire uno dei più forti baluardi fortificati del Nord Est italiano attraverso le sue mura e la rocca che oggi ospita un museo del Risorgimento Italiano.
Il nome e la storia
Il nome di Soncino ci fa venire subito in mente l’erbetta a foglia rotonda che arricchisce le nostre insalate e non sbagliamo affatto. E’ questa probabilmente una delle radici del nome del borgo, intorno al quale cresce abbondante quest’erba spontanea per cui la gastronomia della sona è molto famosa. Un’altra possibile origine del nome è nel linguaggio celtico che chiama So – Kin la “terra al centro delle acque”. Questo toponimo fu attribuito al borgo a causa dell’ampio bacino di acque che si estendeva in epoca romana in prossimità della parte meridionale dei suoi territori.
Nel corso della sua storia Soncino fu terra di confine, adottato come baluardo difensivo prima da Cremona contro i Milanesi e in seguito conquistato dagli stessi Milanesi e utilizzato per difendere gli estremi confini nord orientali dal montante potere di Venezia.
I Veneziani conquisteranno comunque il borgo nel 1499 e il loro talento commerciale lo trasformerà in breve in uno dei maggiori centri produttivi di panni in lana. Il borgo finirà in seguito sotto il dominio napoleonico e poi, tramontato l’astro dell’Imperatore, nel territorio del Regno Lombardo Veneto.
Visitare Soncino
Una delle caratteristiche principali del borgo è certamente la presenza delle alte mura di cinta che, oltre ad averlo difeso lungo secoli di guerre, ne hanno anche preservato la struttura urbanistica originale. Nelle mura si aprono tre porte d’accesso al borgo: a Sera, volta ad Occidente, a Mattina, che guarda a Oriente, e la porta di Sotto, che si apre a sud del borgo.
La rocca che domina il borgo fu un prodigio della tecnica edilizia dell’epoca, realizzata nel solo anno 1473 utilizzando un torrione della cinta muraria come base per la costruzione di una nuova torre. La fortezza arrivò alla fine del XIX secolo in condizioni rovinose e fu ristrutturata in quel periodo dall’architetto Luca Beltrami. Oggi ospita un interessante museo del risorgimento italiano.
Un’altra traccia della storia architettonica e industriale del borgo è l’edificio della Filanda Meroni, la cui ciminiera di cotto supera le mura. Ogni seconda e terza domenica del mese è aperto, nelle sale della Filanda il Museo della Seta, che mette in mostra gli strumenti di questa antichissima arte che contribuì alla ricchezza e allo sviluppo industriale della zona.
Di estremo interesse è anche il terzo polo museale del borgo, quello della Stamperia Ebraica in cui viene esposto il torchio in legno con cui fu stampata sul finire del Quattrocento una Bibbia, la Gershom Soncino.